Vasilij Andreevič Žukovskij
 



Alla fine del XVIII secolo diventa di gran moda anche fra gli scrittori e gli artisti russi (e, più in generale, fra le persone colte), intraprendere il cosiddetto Grand Tour secondo l’esempio dei giovani rappresentanti dell’aristocrazia europea occidentale: un lungo viaggio nell'Europa continentale destinato a perfezionare il loro sapere con partenza e arrivo in una medesima città, generalmente italiana. I russi considerano il viaggio in Italia un vero e proprio pellegrinaggio verso il paese della bellezza e dell’arte, dell’armonia tra forma e spirito.

Nella maggior parte dei casi, il viaggiatore russo segue itinerari consolidati. I principali sono due: il primo include Vienna-Venezia, (Ravenna), Bologna, Firenze, Roma, Napoli; il secondo Parigi, Nizza, Genova, Livorno, Firenze, Roma, Napoli. Non di rado vengono inclusi Milano e il lago di Como, il preferito tra i grandi laghi italiani nel XIX secolo. In questa prospettiva, Bergamo non rappresenta una tappa obbligatoria del Grand Tour, nondimeno i turisti russi ne sono attratti per la curiosità di visitare la patria di Giacomo Quarenghi, che nei decenni a venire diventerà la patria di Gaetano Donizetti, di Arlecchino, e di molte altre figure di bergamaschi noti in Russia in vari ambiti.

Non è immune al fascino di Bergamo neanche il grande poeta romantico Vasilij Andreevič Žukovskij (Mišenskoe, 29 gennaio 1783 – Baden-Baden, 4 aprile 1852), autore autore di liriche e ballate, ma anche eminente classicista, al quale la cultura letteraria russa deve una fondamentale traduzione dell’Odissea (1840).
In qualità di precettore e accompagnatore nel Grand Tour dello carevič Aleksandr Nikolaevič, il futuro zar Alessandro II, Žukovskij pianifica meticolosamente ogni singola tappa del lungo viaggio d’istruzione. L’intenso programma include non soltanto le visite ai tesori d’arte, la frequentazione di teatri ma anche numerosi incontri con personalità e istituzioni locali: l’impegno organizzativo trasforma il poeta in un profondo conoscitore del Belpaese. Grande attenzione viene pertanto dedicata anche innumerevoli piccoli centri, a proposito dei quali il poeta non manca mai di fissare le proprie impressioni su carta, nei diari e nella corrispondenza, non solo attraverso descrizioni puntuali e suggestive ma anche un certo numero di disegni inediti di rimarchevole qualità.

Tenendo conto anche della curiosa coincidenza che ha portato Žukovskij, in quanto tutore dello carevič, a trasferirsi nell’appartamento che era stato di Quarenghi (progettato dallo stesso architetto sopra il Teatro dell’Ermitage), la sosta a Bergamo, nei giorni 13-14 ottobre 1838, assume i caratteri di un omaggio doveroso all’arte bergamasca.
Lo carevič e il suo seguito provengono da Verona dopo aver visitato Brescia.
La serata del 13 ottobre è dedicata alla musica, la mattinata del giorno seguente, una domenica, alla visita della città.

Žukovskij, come tutti i visitatori di Bergamo, è colpito dal panorama che si gode da Città Alta e fissa la veduta della valli circostanti in uno schizzo inedito. Segue la visita al Duomo, che, a dire il vero, non suscita nel poeta particolare entusiasmo, al contrario di S. Maria Maggiore, della quale vengono lodati l’architettura, il portale marmoreo e un enorme quadro di Luca Giordano Il passaggio del Mar Rosso, attribuito però erroneamente al Guercino. In quanto precettore dello carevič Žukovskij è molto interessato anche alle istituzioni scolastiche locali: obbligatoria pertanto una visita al monastero femminile di S. Grata, ove il poeta ha un colloquio con la madre superiora. Žukovskij dedica opportuna attenzione anche alla chiesa attigua e ammira il quadro S. Grata nell’atto di offrire la testa di S. Alessandro1 di Enea Salmeggia. Totalmente assenti, invece, osservazioni riguardanti la Cappella Colleoni.
La visita prosegue con una necessaria tappa all’Accademia Carrara. Žukovskij è stupefatto dall’alto rilievo artistico delle collezioni, visita la scuola e non manca di incontrare il direttore, Giuseppe Diotti, maestro, tra gli altri, del conte Giuseppe Terzi.

Il poeta annota le opere che colpiscono maggiormente il suo senso estetico: non tutte però sono facilmente identificabili, a causa della genericità dei titoli o delle comprensibili imprecisioni di trascrizione nel passaggio dalla lingua italiana a quella russa:

«[...]4. Галерея Каррары, заведенная Каррарою, где до тысячи картин весьма замечательных, и академия живо­писи под надзором профессора Giuseppe Diotto [sic]. Несколько прекрасных портретов Тинторетта. Портрет монаха и Св. Иероним Бассано. Три прекрас­ных Мадонны Sasso Ferrato. Сошествие Св. Духа Превитали (Бергамского). J. Bellini. Христос в Эмаусе. Портрет. Павла Веронеза Поклонение волхвов. Не­сколько прекрасных портретов Мороне (Бергамского). Palma Vecchio. Мадонна, окруженная святыми. Lorenso Lotto (Бергамского) Святая Екатерина. Троцца — Виварено. La femme adultière**. — Giorgione. В рабочей профессора Diotto. Недоконченная картина для академии — Проба спартанских детей в горячей воде. Его картоны: Фома, испытующий Спасителя; Спаситель, благо­словляющий детей; Св. Петр, принимающий ключи; Вознесение Богоматери. Прекрасная композиция, а холодна; нет правды; кажется, артист изображает не свое, а заимствованное. Антигона и Иcмена».2.

Ad ogni modo, a seguito di approfonditi studi negli archivi dell'Accademia Carrara, è stata effettuata una ricostruzione piuttosto accurata3. . Tra i quadri di immediata individuazione possiamo annoverare la Pentecoste (1523-1525 circa) di Andrea Previtali, Le nozze mistiche di Santa Caterina(1523) di Lorenzo Lotto, un’Adorazione dei magi (1580 circa) del Veronese,attualmente attribuita, più genericamente, alla sua bottega. Compaiono, inoltre, una Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Maria Maddalena (1516-1520) di Palma il Vecchio e tre “bellissime” Madonne di Giovan Battista Salvi, detto il Sassoferrato, corrispondenti, in realtà, a una Madonna col Bambino (1645-1655) dipinta da un membro della sua cerchia, una Madonna Orante (1655-1675) proveniente dalla sua bottega e una Madonna addolorata (1670-1699), copia eseguita da un anonimo pittore romano. Vi è poi un Cristo ad Emmaus attribuito dal poeta russo a Jacopo Bellini (1396-1470), opera invece di Vincenzo Catena e attualmente noto come Cena in Emmaus (1525 circa). È molto apprezzata anche la Trinità (“Troica”, 1488) di Bartolomeo Vivarini da Murano. Žukovskij menziona, inoltre, senza indicare i titoli né offrirne una descrizione, alcuni ritratti di Tintoretto e di Moroni. Del primo è stato possibile individuare tre opere: il Ritratto di senatore veneziano(1590 circa), il Ritratto di donna vestita all’orientale (1560 circa), e il Ritratto del doge Giovanni Bembo (1600 circa), tutti oggi attribuiti alla scuola dell’artista. Per quanto riguarda le opere di Moroni, la ricostruzione è risultata particolarmente complessa soprattutto a causa del consistente numero di tele a lui ascritte: già nel 1824 in Pinacoteca risultavano ben trentacinque tele. Tuttavia, ne vennero esposte solo undici in Galleria Carrara più cinque nel Gabinetto. Va precisato che fino al 1835, anno dell’asta pubblica che sancì la svolta in direzione neo-classicista dell’Accademia, l’esposto non subì sostanziali modifiche. Del resto, in virtù dell’indiscutibile pregio è certo che nessuna delle opere di Moroni fu oggetto di vendita. Non vi furono nemmeno ulteriori acquisizioni di altri ritratti del pittore. Date tali premesse, una ricostruzione completa continua a risultare impossibile: nondimeno, grazie agli studi di Francesco Rossi 4 è stato possibile individuare dieci ritratti, non tutti,in seguito, rivelatisi frutto del talento di Moroni. Il primo è un ritratto di donna corrispondente al Ritratto di gentildonna con libro (1595-1600) di Giovan Paolo Cavagna. Vengono poi due tele in pendant: si tratterebbe dei “grandi ritratti a due terzi di vita marito e moglie”, segnalati nell’Archivio dell’Accademia Carrara, che attualmente non fanno più parte della collezione, così come il Ritratto in piedi di gentiluomo opera di Gio. Batta Moroni che si trovava nella terza sala del piano superiore (detta “degli Scienziati”). Tuttora presenti e confermati come moroniani, sono il Ritratto di bambina di casa Redetti (1570-1573), il Ritratto di vecchio seduto (1575-1579), il Ritratto di sacerdote (1570 circa) e il Ritratto di vecchio con berretta (1575-1579). Il Ritratto del canonico Giovanni Rosa (1620) è stato dipinto da un allievo della scuola del Talpino (Enea Salmeggia, 1546-1626), mentre il Ritratto di uomo con due bambini (1580 circa) è di Vincenzo Campi. Particolarmente difficoltose si sono rivelate le identificazioni del Ritratto del Santo monaco Geronimo e di un’ Adultera (“La femme adultière”) attribuiti da Žukovskij rispettivamente a Jacopo Bassano (1515 circa-1592) e a Giorgione (Giorgio da Castelfranco, 1478 circa-1510). Per quanto riguarda la raffigurazione del santo, tra i dipinti presenti in Carrara il più aderente allo stile bassanesco risulta il S. Gerolamo in meditazione (1566) di Gaspar Rem. L’ “Adultera” giorgionesca, invece, sembrerebbe coincidere con Cristo e l’adultera (1520 circa), copia da Giorgione di Cariani (Giovanni Busi, 1485-1547).

Quanto all’incontro con il direttore dell’Accademia, Žukovskij si limita a enumerare i lavori del Diotti pittore a lui mostrati: La selezione dei neonati spartani (1840) ancora in fase di elaborazione; i cartoni per gli affreschi L’incredulità di San Tommaso (1832), La benedizione dei fanciulli (1833), La consegna delle chiavi a San Pietro (1834), L’Assunzione della Vergine (1830). Con “Antigone e Ismene” il poeta intendeva presumibilmente uno studio preparatorio per Antigone condannata a morte da Creonte (1845).A proposito di quest’ultima, il poeta riconosce le indubbie abilità tecniche dell’artista, ma è estremamente critico nel giudicare l’impostazione compositiva: “Прекрасная композиция, а холодна; нет правды; кажется, артист изображает не свое, а заимствованное. Антигона и Иcмена”.

In occasione della tappa di Bergamo, ci si aspetterebbe anche una visita alla contessa Elisa Golicyn-Terzi, moglie di Giuseppe Terzi. Dalla sua abitazione in Palazzo Terzi sulla Piazzetta omonima la contessa mantiene, infatti, stretti contatti con la madrepatria: un incontro di fatto avviene, ma a Milano, il 27 ottobre, ad una serata organizzata da amici comuni (vd. PSS, XIV, p.132). A Milano avviene anche l’incontro con Alessandro Manzoni, di cui Žukovskij racconta in una letterra all’amico Ivan Ivanovič Kozlov del 4 novembre 18385: .




Bibliografia

Con la presente bibliografia s'intende fornire, nei limiti del possibile, un quadro esaustivo delle opere di carattere scientifico e delle testimonianze relative alla visita di Vasilij Andreevič Žukovskij a Bergamo nell’ottobre 1838.

Si comincia, pertanto, dai principali materiali riguardanti la figura di Vasilij Andreevič Žukovskij e il suo rapporto con l’Italia in veste di viaggiatore: memoriali, biografie, monografie, articoli. Per meglio collocare gli eventi nel quadro storico di riferimento abbiamo inserito anche una sezione dedicata ai viaggiatori russi in Italia tra Otto e Novecento: dal momento che il tema è stato ampiamente studiato, abbiamo deciso di limitarci ad inserire i principali resoconti bibliografici sull’argomento.



V.A. Žukovskij in Italia

Casari R., ‘Bergamo e il mondo artistico russo: documenti, ipotesi e storie’, in Bergamo nella letteratura europea. Atti del Convegno celebrativo del cinquantenario della nascita del Cenacolo orobico di Poesia. Bergamo, Università degli Studi, 9-10 maggio 2005, a cura di G.Gambarelli, Bergamo, Sestante, 2005, pp. 85- 98.

Данилевский Р.У., ‘Заметки о темах западно европской живописи в русской литературе’, in Русская литература и зарубежное искусство, Ленинград, Наука, C.268-298.

Lo Gatto E., Russi in Italia : dal secolo XVII ad oggi, Roma, Editori riuniti, 1971, pp. 122-124.

Todeschini M.P., Russi in Italia : dal Quattrocento al Novecento: bio-bibliografia descrittiva, Moncalieri, C.I.R.V.I., 1997, p. 87.

Жуковский В.А. в воспоминаниях современников: мемуарные свидетельства Батюшкова К.Н., Вяземского П.А., Герцена А.И. и др., cост., подгот. текстов, вступ.

ст., коммент. совм. комм. Лебедевой О.Б., Янушкевича А.С., Москва, МИК, Языки русской культуры, НАУКА/ИНТЕРПЕРИОДИКА МАИК, 1999.

Жуковский В.А., Полное собрание сочинений и писем. В 20 томах [abbreviato in PSS], Москва, Языки славянской культуры, 2004, Том 14, pp. 124-126, 132.

Янyшкевич А.С., Этапы и проблемы творческой эволюции В.А. Жуковского, Томск, Томский Университет, 1985, pp. 122-124.

Viaggiatori russi in Italia

Cazzola P., ‘Panoramica sui Russi in Italia dall’Ottocento ad oggi ’, in AA.VV. L’Est europeo l’Italia, Moncalieri-Genève, ed. CIRVI-Slatkine, 1995, pp. 3-14.

De Seta C., L’Italia nello specchio del Grand Tour, Milano, Rizzoli, 2014.

Deotto P., In viaggio per Realizzare un sogno. L’Italia e il testo italiano nella cultura russa, Trieste, Università degli Studi di Trieste, 2002.

I Russi e l’Italia, a cura di V. Strada, Milano, Banco ambrosiano veneto, Libri Scheiwiller, 1995.

L’Est europeo e l’Italia. Immagini e rapporti culturali. Studi in onore di Piero Cazzola, raccolti da Emanuele Kanceff e Ljiljana Banjanin, Genève: Slatkine; Moncalieri: C.I.R.V.I., 1995.

Persi U., Nikolaj Berg: un poeta russo in missione da Garibaldi. TEMI E TESTI; Il Risorgimento visto dagli altri. Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2013, pp.163-174.

Перси У., Путевые заметки Николая Берга о Ломбардии в 1859 году и его встреча с Дж. Гарибальди; in Литература путешествий: культурно-семиотические и дискурсивные аспекты.Новосибирск 2013, C. 305-314.

Risaliti, R., Gli slavi e l'Italia : viaggi e rapporti dal Quattrocento al Novecento, Moncalieri, C.I.R.V.I., 1996.

Samek Ludovici S., ‘Bibliografia di viaggiatori stranieri in Italia’, in Annales Institutorum, Roma, 1936-1939.

Todeschini M.P., Viaggiatori Russi in Italia tra Otto e Novecento, Moncalieri, C.I.R.V.I. Vol. 6 (luglio-dicembre 1982), pp. 385-401.

Visinoni A.E., Intellettuali e artisti russi all’Accademia Carrara di Bergamo tra Otto e Novecento, in “Europa Orientalis”, 37, 2018, pp. 163-165.


Note:

1 Nel suo resoconto Žukovskij “ribattezza” l’artista “Aenea Salmedia”. Anche il titolo attribuito all’opera è impreciso: si tratta, infatti, di Madonna in gloria con il Bambino e i santi Lupo, Esteria, Grata, Caterina d'Alessandria, Scolastica, Benedetto e Lorenzo.

2 Testo originale tratto da B.A. Жуковский, Полное собрание сочинений и писем. В 20 томах, [PSS] Москва, Языки славянской культуры, 2004, Том 14, pp. 125-126.

3 La ricostruzione è tratta da A.E. Visinoni, Intellettuali e artisti russi all’Accademia Carrara di Bergamo tra Otto e Novecento, in “Europa Orientalis”, 37, 2018, pp. 163-165.

4 Si veda F. Rossi, Accademia Carrara, 1824: la Guida di Gerolamo Marenzi, “Osservatorio delle arti” 1989, n. 3, pp. 90-109.

5 Si veda E. Lo Gatto, Russi in Italia : dal secolo XVII ad oggi, Roma, Editori riuniti, 1971, pp. 123-124.



Scheda a cura di: Alessandra Elisa Visinoni

Data ultimo aggiornamento: 21 settembre 2020