Arlecchino nel teatro russo del settecento
 
Arlecchino und Colombina - Giovanni Domenico Ferretti



La popolarità della maschera di Arlecchino nell’immaginario collettivo russo s’inserisce nel quadro più ampio dell’influenza della Commedia dell’Arte italiana sul teatro del primo Settecento in Russia. L’arrivo delle prime compagnie italiane dà l’avvio ad un complesso processo di confronto fra due tradizioni culturali distanti ma, per certi versi, confrontabili. Il teatro russo del periodo (in maniera non differente, peraltro, dagli equivalenti europei) si presenta come un mosaico composito di generi, tra i quali dominano scenette, interludi e intermedi, la cui origine è, non di rado, legata alle culture dei paesi confinanti, come Ucraina e Polonia.
In questo quadro trovano spazio tanto le rappresentazioni degli skomorochi (i girovaghi russi) quanto il teatro scolastico. L’ingresso delle troupes italiane avviene in due momenti. Il primo è l’ingresso dei commedianti italiani in Polonia, durante il regno di Ladislao IV Vasa (1595-1648): il clamoroso successo riscontrato fa sì che attraverso Kiev vengano diffusi in Russia soggetti ed elementi tipici della commedia dell'arte, elaborati nelle novelle, nelle facezie e negli intermedi.
Il secondo canale è quello delle tournées svoltesi attorno agli anni Trenta del XVIII secolo, in particolare, gli spettacoli delle tre compagnie che soggiornano in Russia durante il regno di Anna Ioannovna, animato da una vita di corte molto vivace, in cui prevale il gusto del gran cancelliere Loewenwolde, strenuo sostenitore dell'arte italiana.

La prima compagnia giunge a Mosca da Dresda il 15 febbraio 1731. Tra gli artisti figurano Giovanni Alberto Ristori, compositore, e il padre, il comico Tommaso.

La seconda troupe rimane a Pietroburgo un anno e mezzo, dal 1733 al 1734, la terza dal 1735 al 1737. Il successo degli italiani è notevole: il pubblico russo comincia ad appassionarsi ai lazzi di Arlecchino e Brighella.

In queste tournées italiane una grande difficoltà è, però, costituita dalla lingua: la zarina non comprende l'italiano e nonostante l'opera dei traduttori di pregio, come il grande poeta Vasilij Kirillovič Trediakovskij, il piacere dello spettacolo risulta insoddisfacente. Anna decide pertanto di allestire uno spettacolo dilettantesco russo a corte. Lo stesso Trediakovskij si occupa della messinscena e in mancanza di una letteratura russa drammatica e laica, per questi spettacoli si usano commedie del dramma scolastico, come Dejstvo ob Josife (Il magnifico Giuseppe), e contempla, anche alcune favole russe come Finisno jasno sokolovo perysko (La penna del falcone) e O Jage Babe (Baba Jaga).

Da questo punto di vista, Anna Ioannovna riesce laddove Pietro il Grande aveva fallito: creare un teatro popolare. Verso la fine del Settecento si ha notizia di una messa in scena del Servitore di due padroni di Goldoni, a cura di A. Voroncov, un nobile vicino alla zarina Caterina II.

Nelle composizioni di questo nuovo teatro ispirato alla Commedia dell’Arte una maschera domina l’immaginario russo: Arlecchino, il cui nome è spesso modificato, senza variazioni di rilievo per quel che riguarda la fisionomia del personaggio, in Cherlikin, Gerlikin, Arlkin, Gaer, come si evince dalle raccolte di intermedi pervenuteci, come lo Sbornik Tichanov[1].



Per quasi tutto l’Ottocento, le maschere della Commedia dell’Arte lasciano il posto allo sviluppo del teatro nazionale russo: dalle commedie di Griboedov, Gogol’ e Čechov alle tragedie di Puškin e Ostrovskij, per citare solo alcuni tra i nomi più noti. Le maschere tornano in auge nel ventennio 1890-1910, durante la grande stagione del simbolismo russo: ne troviamo traccia significativa, ad esempio, nei lavori di Lev Bakst e di Pavel Muratov.

Arlecchino e Bergamo continuano a far parte dell’immaginario artistico russo anche nei difficili anni del periodo sovietico passando dal teatro al cinema: nel 1953 esce nelle sale il lungometraggio Sluga dvuch gospod (Il servitore di due padroni), liberamente tratto dal testo goldoniano e con M. Ivanov nel ruolo di Arlecchino, mentre il 1976 è l’anno del più noto (e amato) Truffaldino iz Bergamo (Truffaldino da Bergamo, 1976), diretto da M. Vorob’ev. Quest’ultima pellicola gode tuttora di straordinaria popolarità, a dimostrazione del profondo legame tra il popolo russo, la maschera goldoniana e la sua città di origine.




Bibliografia

Con la presente bibliografia s'intende fornire, nei limiti del possibile, un quadro esaustivo degli articoli, monografie e saggi di carattere scientifico, dedicati allo studio dei contatti e delle intersezioni fra la Commedia dell’arte italiana e il teatro dilettantesco russo avvenuti attraverso il personaggio simbolo della cultura bergamasca: Arlecchino. Per completare il quadro storico-letterario del periodo e fornire tutti gli elementi utili ad ulteriori ricerche sono inseriti anche le antologie di testi, gli zibaldoni e i memoriali dell’epoca.

Punto di partenza, e fonte imprescindibile del nostro lavoro, sono state le monografie Arlecchino e Gaer nel teatro dilettantesco russo del Settecento (1996) e Комедия дель арте и жанр интермедии в русском любительском театре XVIII (2008) della Prof.ssa Maria Chiara Pesenti (Università degli Studi di Bergamo) inserite a loro volta nel nostro elenco.

Per rendere più leggibile la bibliografia, ciascuna sezione è stata suddivisa in sottosezioni cominciando dalla separazione tra testi scritti in alfabeto cirillico (russo e ucraino) e testi in alfabeto latino; all’interno di ciascuna sezione i saggi sono elencati.Si comincia dalle monografie per passare agli articoli, mentre zibaldoni, testi di opere teatrali, memoriali e documenti iconografici sono stati riuniti in un’unica sottosezione poiché relativamente poco numerosi.


Opere critiche in lingua russa e ucraina

Monografie

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Zibaldoni, testi, memoriali e documenti iconografici in lingua russa

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Opere critiche in altre lingue

Monografie

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Articoli

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Zibaldoni, testi, memoriali e documenti iconografici in altre lingue

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Riccoboni L., Nouveau Théâtre Italien contenant les pièces de Louis Riccoboni dit Lelio, Paris, Briasson, 1733, 3 Vol..

Riccoboni L., Histoire du Théâtre Italien depuis la décadence de la comédie latine, avec un catalogue des tragédies et comédies italiennes imprimées depuis l'an 1500 jusqu'à 1660 et une dissertation sur la tragédie moderne, 2 Vol., Paris, A.Cailleau, 1728.

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Note:

1 A tale proposito si veda: M.C. Pesenti, Arlecchino e Gaer nel teatro dilettantesco russo del Settecento, Milano, Guerini, 1996.



Scheda a cura di: Alessandra Elisa Visinoni

Data ultimo aggiornamento: 31 marzo 2016