Angelo e Alessandro Ferlendis
 
Giuseppe Ferlendis



La famiglia Ferlendis è l’esempio di come la musica nel XVIII sia intesa come un vero e proprio prodotto artigianale, un’arte tramandata di padre in figlio, di generazione in generazione. Il capostipite è riconosciuto nel violoncellista Francesco, nato ad Adrara San Martino (BG), trasferitosi ben presto in città, a Bergamo, per ragioni di opportunità lavorative. Nel 1746 Francesco sposa Lucia Fasini dalla quale ha due figli: Pietro, nato nel 1748, e Giuseppe, nel 1755, che vengono precocemente avviati alla carriera musicale. Per entrambi lo strumento di elezione è l’oboe, particolarmente in voga all’epoca.

Mentre Pietro assume l’incarico maestro di musica presso la Cappella Antoniana di Padova (1780), incarico che lo vincola a risiedere stabilmente nella città veneta, il destino riserva a Giuseppe fama internazionale sia come musicista sia come compositore: nell’aprile del 1777 viene assunto presso la corte arcivescovile di Salisburgo, dove perfeziona il corno inglese e fa la conoscenza di Leopold Mozart e del figlio Wolfgang Amadeus, con i quali collabora per oltre un anno. Wolfgang Amadeus compone per lui il celebre Concerto per oboe e orchestra K. 314. Come molti strumentisti suoi contemporanei, Ferlendis si cimenta anche nel campo della composizione, scrivendo quattro concerti e una sinfonia, le cui partiture ci sono giunte fortunosamente solo in copie ottocentesche.

Rientrato in Italia con la famiglia, Giuseppe intraprende diverse tournée nel corso delle quali si esibisce in numerose città italiane: Trieste, Udine, Venezia, Vicenza, Verona, Padova, Brescia, Torino, Firenze. Risale agli anni Novanta la tournée di Londra, in occasione della quale incontra, tra gli altri, il compositore Franz Joseph Haydn. Nel 1810 Giuseppe Ferlendis si spegne a Lisbona, presso la corte del re del Portogallo, nel 1810. I suoi figli, Maria Josepha (cantante), Alessandro e, soprattutto, Angelo consolideranno i successi paterni.

Angelo è il Ferlendis che vanta probabilmente la più intensa attività nelle corti europee, divenendo primo oboe (con obbligo di fare anche concerti solistici una volta all’anno) nell’orchestra del Teatro Imperiale di San Pietroburgo. Sappiamo con una certa sicurezza che Angelo Ferlendis giunge nella capitale russa nel 1805, al contrario la data della sua morte, avvenuta nella capitale russa, è ignota, sebbene collocabile dopo il 1826. A quest’epoca, regna lo zar Alessandro I, il quale prosegue l’opera di vivacizzazione culturale di Caterina II. Nel teatro dell’Ermitage, progettato da Giacomo Quarenghi vengono spesso messi in scena spettacoli nei quali recitano spesso membri della famiglia imperiale: a dirigere sono chiamati nomi illustri come Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello. La comunità italiana di San Pietroburgo è, infatti, estremamente attiva dal punto di vista artistico. Del resto, nel primo quarto del XIX secolo i musicisti, le famiglie (tra le altre, ricordiamo: Dall’Occa, Zamboni, Cavos) e i clan italiani mantengono posizioni chiave nelle orchestre e nei concerti. Inoltre, è notevole l’attenzione riservata dalla stampa russa (in particolare, il Sankt-Petersburgische Zeitung, il Sankt-Peterbugskie vedomosti e il Moskovskie vedomosti) verso i musicisti e i compositori italiani che scelgono di inserire nelle loro tournée delle tappe in Russia o di entrare nel novero degli artisti patrocinati dalla corte. Una calorosa accoglienza è riservata anche ad Alessandro Ferlendis e alla moglie, la cantante Camilla Barberi, giunti a Pietroburgo nel marzo 1812. Soggiornano nella capitale per circa otto mesi.

Le prime notizie riguardo all’attività concertistica di Angelo Ferlendis risalgono al 1808: si tratta di annunci pubblicitariche compaioni su vari periodici, come il citato Moskovskie vedomosti. A partire dal 1810 Angelo si esibisce nei cosiddetti grandi concerti vocal-strumentali1, organizzati dal noto contrabbassista Domenico Dall’Occa. Eloquente, a tale proposito, è il programma del concerto del 1° aprile 1810, che ha luogo nella sala della Società Filarmonica. Dall’Occa organizza uno spettacolo in quattro sezioni corrispondenti a quattro nazionalità diverse: russa, francese, italiana e tedesca. Ferlendis suona sia nella sezione francese che in quella italiana. Lo spettacolo possiede dei connotati multiculturali e cosmopoliti propri della Pietroburgo di inizio secolo: da un lato, cantanti russi, tedeschi e francesi eseguono un repertorio prevalentemente italiano; dall’altro, strumentisti italiani eseguono variazioni “su temi russi” ad opera di compositori italiani e francesi. La collaborazione di Ferlendis con Dall’Occa è duratura. D’altra parte, Angelo Ferlendis è molto attivo anche come compositore.

Nella Sezione Manoscritti dell’Istituto Russo di Storia dell’Arte di Pietroburgo sono tuttora conservati gli spartiti autografi delle quattro marce militari di Ferlendis dedicate all’imperatore Alessandro I. Le marce di Ferlendis rappresentano per gli studiosi oggetto di studio non solo dal punto di vista dell’impasto fonico e del ruolo degli strumenti ma anche come modello di musica militare per compagini di fiati, un genere quanto mai caratteristico per l’Europa e la Russia del primo quarto del XIX secolo.



Bibliografia

Con la presente bibliografia s'intende fornire, nei limiti del possibile, un quadro esaustivo delle opere di carattere scientifico (articoli saggi, monografie) dedicati allo studio della fase russa delle carriere musicali di alcuni membri della famiglia Ferlendis: Angelo, Alessandro e Camilla Barberi.

Si comincia, pertanto, dai materiali relativi alla storia della famiglia. Per meglio collocare l’esperienza dei Ferlendis nel quadro storico di riferimento abbiamo inserito anche una sezione dedicata ad opere di carattere generale. Si procede poi con i titoli di diverse testate giornalistiche russe che hanno dedicato spazio alle recensioni o alla promozione degli spettacoli dei Ferlendis. In chiusura abbiamo inserito gli archivi di riferimento e relativa sitografia.



Bibliografia Famiglia Ferlendis

Choron A.É.- Fayolle F., Dizionario storico dei musicisti, 1810-11.

Gervasoni C., Nuova teoria di musica, Parma, Blanchon, 1812, p. 136

Hanslick E., Geschichte des Konzertwesens in Wien, Wien, Braumüller , 1869, p. 117.

Panteghini M., Ferlendis: Storia di una famiglia di oboisti italiani nelle corti europee tra 1700 e 1800. Tesi di Laurea, Conservatorio di Musica “Luca Marenzio”, Brescia, a.a. 2005-2006.

Panteghini M., I Ferlendis: una famiglia di oboisti, in Les liaisons fructueuses. Culture a confronto nell’epoca di Giacomo Quarenghi, a cura di M. C. Pesenti, P. Angelini, E. Gennaro, M. Mencaroni Zoppetti, Bergamo, 2009, pp. 189-200.

Warraсk J., Ferlendis, Giuseppe; in The new Grove Dictionary of Music and Musicians, a cura di S. Sadie, Oxford, Oxford University Press, 1980, Vol. 6.

Testi generali

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Surian E., Manuale di storia della musica, Milano, Rugginenti, 2005, Vol. 3.

Pubblicistica

Intelligenzblatt der St. Petersburgischen Zeitung“. 17 dicembre 1815, p. 1113

Sankt-Petersburgische Zeitung, 1° aprile 1813, n° 26, p. 232;

Sankt-Peterbugskie vedomosti, 23 marzo 1810, p. 327; 1810, n° 25, p. 359;

Archivi


Note:

1 Termine generico invalso in Europa fino alla metà del XIX secolo per indicare i concerti di tipo misto costituiti da pezzi vocali e strumentali, per strumento solo, ouverture ecc.



Scheda a cura di: Alessandra Elisa Visinoni

Data ultimo aggiornamento: 31 marzo 2016