François Louis Blondel (1783-1817), cugino di Henriette Blondel, moglie di Alessandro Manzoni, segue la vocazione di famiglia, lavorando nel campo del commercio della seta. Nello specifico, Blondel svolge il proprio apprendistato presso lo studio di Ambrogio Zavaritt, imprenditore svizzero che ha fatto di Bergamo la base operativa dei propri traffici commerciali come molti altri connazionali durante il periodo napoleonico.
Nel giugno 1808, Blondel intraprende un lungo viaggio alla volta della Russia1, nuova frontiera dell’economia occidentale, in veste di procuratore per la ditta Zavaritt. Il suo ruolo prevede lo svolgimento di diversi compiti: procurare commissioni, supervisionare gli ordini e i pagamenti. La permanenza in terra russa dura fino al 1814. Sia il viaggio che il soggiorno sono testimoniati dalle 298 lettere che il procuratore spedisce regolarmente al titolare e conservate presso l’archivio privato della famiglia Zavaritt2.
Il contenuto principale delle missive è costituito dal resoconto puntuale e periodico degli affari intrapresi, il cui esito è inevitabilmente influenzato dagli importanti mutamenti storici in corso: alle ordinarie difficoltà legate alla concorrenza, ai cambi, si aggiunge spesso l’impossibilità di far pervenire la merce attraverso territori perennemente funestati da conflitti. A rendere preziose queste testimonianze di vita nell’epoca napoleonica sono anche le considerazioni personali di Blondel riguardo all’evolversi della situazione politica europea sulla base degli eventi che si verificano in Russia, le descrizioni delle città visitate e dell’itinerario di viaggio, gli incontri con personaggi estranei al mondo del tessile, in particolare, la frequentazione con Giacomo Quarenghi, con il quale collabora alla ricerca dei marchesi Pietro e Giuseppe Terzi, prigionieri di guerra a seguito della disfatta napoleonica del 1812.
Giunto a destinazione, Blondel rimane colpito dalla bellezza di San Pietroburgo: «Non principierò a raccontarvi le curiosità di questa città, sarebbe troppo lungo, vi dirò soltanto che non ho ancora veduto nessuna Città da poter paragonare con questa, vi ho fatto un grand elloggio [sic] di Berlino, ma vi è una grande differenza tra quella e questa, tutte le Case sembrano palazzi, le Contrade sono d’una larghezza estrema, i Canali che passano nella Città offrono uno spettacolo dei più belli, sono tutti attorniati di alte pietre di granito molto ben lavorate, tutti i Campanilli sono adorati. Il Palazzo Imperiale solo sembra una città vi racconterò poi tutto il resto al mio ritorno»3. D’altra parte è Mosca il cuore economico dell’Impero, pertanto il 13 ottobre il procuratore intraprende un viaggio di sei giorni per raggiungerla, nella speranza di trovare quegli sbocchi commerciali che San Pietroburgo non sembra in grado di offrire. L’ospitalità moscovita è ineccepibile, mentre la città appare enorme e freddissima, i risultati professionali non corrispondono alle aspettative. Ad ogni modo, dopo aver ritentato i commerci nella capitale russa, Blondel torna a Mosca nel novembre 1809, restandovi con la famiglia fino al 1812. Diventa dunque un testimone più che attendibile della “catastrofe” di Mosca: purtroppo, però, nel carteggio Zavaritt-Blondel mancano proprio quelle undici lettere scritte tra il 6 luglio e l’8 novembre 1812, che con ogni probabilità contengono notizie sull’assedio e il conseguente incendio.
La spiegazione di tale assenza è facilmente intuibile, ma ne abbiamo conferma nella lettera inviata da San Pietroburgo dell’8 novembre 1812: «Avrete probabilmente inteso gli orrori che si sono comessi [sic] in Mosca, la mia abitazione è stata consumata dalle fiamme e per disgrazia avevo lasciato buona parte delle mie lettere, delle carte, e la più gran parte del mio vestiario, riguardo alle carte mia memoria supplirà ma tutto il resto è perdita, mia moglie ha perso tutto il suo mobile che gli aveva costato assai»4.
Nelle missive successive Blondel riferisce anche delle travagliate vicende riguardanti il destino dei giovani marchesi Terzi: la notizia del falso ritrovamento a Vilna di Pietro (del quale, purtroppo, non si troverà alcuna traccia), l’intervento di Quarenghi in favore del sopravvissuto Giuseppe, il sostegno economico prestato al marchese da parte dello stesso Blondel. Il procuratore è, inoltre, mediatore delle comunicazioni epistolari tra Quarenghi, Giuseppe e il resto della famiglia Terzi.
François Louis Blondel lascia Pietroburgo con la famiglia negli ultimi mesi del 1813. Dopo un lungo soggiorno in Germania rientra in Italia alla fine del 1814.
Bibliografia
Con la presente bibliografia s'intende fornire, nei limiti del possibile, un quadro esaustivo delle opere di carattere scientifico e delle testimonianze relative alla permanenza di François Louis Blondel in Russia nel periodo 1808-1813.
Una prima sezione è dedicata ad opere di carattere generale dedicate alla Campagna di Russia con una particolare attenzione all’assedio di Mosca: monografie, articoli, memoriali. La seconda sezione riguarda più direttamente la figura di F.L. Blondel e la realtà bergamasca.
Studi sulla Campagna di Russia del 1812 e sull’assedio di Mosca
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In altre lingue
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Studi su François Louis Blondel e la realtà bergamasca
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Note:
1 Le città attraversate e descritte brevemente nei resoconti epistolari inviati a Zavaritt sono numerose. Solo nel viaggio di andata Blondel fa tappa a Coira, Lindau, Augusta, Norimberga, Lipzia, Brunswick, Berlino, Danzica, Königsberg, Memel, Mittau, Riga, San Pietroburgo. Il percorso del ritorno prevede invece San Pietroburgo Riga, Königsberg, Berlino, Lipzia, Basilea, Berna, Cully, Torino.
2 Le carte dell’archivio sono consultabili presso la Biblioteca Civica “A.Maj”. A tale proposito, si veda M. Mencaroni Zoppetti, ‘Relazioni commerciali e intrecci culturali nella Russia del primo Ottocento’, Les liaisons fructueuses. Culture a confronto nell’epoca di Giacomo Quarenghi, a cura di M. C. Pesenti, P. Angelini, E. Gennaro, M. Mencaroni Zoppetti, Bergamo, Ateneo Studi, 2009, pp. 221-247.
3 Lettera n° 14, S. Pietroburgo 10 settembre 1808, in M. Mencaroni Zoppetti, ‘Relazioni commerciali e intrecci culturali nella Russia del primo Ottocento’, in Les liaisons fructueuses. Culture a confronto nell’epoca di Giacomo Quarenghi, op.cit., p. 229.
4 Lettera n° 199, S. Pietroburgo 8 novembre 1810, in M. Mencaroni Zoppetti, ‘Relazioni commerciali e intrecci culturali nella Russia del primo Ottocento’, in Les liaisons fructueuses. Culture a confronto nell’epoca di Giacomo Quarenghi, op. cit., p. 238.
Scheda a cura di: Alessandra Elisa Visinoni
Data ultimo aggiornamento: 31 marzo 2016